L’attività conviviale è carica di aspettative. Il piacere condiviso della tavola trova la sua misura, non così scontata, anzitutto in un’esperienza sensoriale, quella della diversità degli appetiti e dei gusti alimentari; e poi a tavola si sperimenta quel senso di appartenenza, di messa in comune emotiva, affettiva e mentale dell’esperienza di sé, da cui risulta evidente che la propria individualità esiste in relazione a quella degli altri. E la cosa non è così banale.
Nel “far parte” di una comunità, si può sperimentare in un qualche modo un senso di aumento o di diminuzione, se non di perdita della propria individualità. Come far fronte a questa situazione? Federico Venturini suggerisce di richianmarsi al movimento di liberazione curdo, che «dal movimento maoista ha preso e mantiene l’esperienza della “critica e auto-critica”» all’interno di un contesto di vita comunitaria.
(8, fine)
Video appartenente alla cena:
Cena Nº97
Ecologia Sociale e culture di resistenza: per comunità socialmente ed ecologicamente sostenibili
con Federico Venturini