Del sentire, o della relazione tra natura umana e mediazione tecnologica

Qui a tavola, in un excursus dal tema principale, una questione non da poco – su impulso di Oriana Persico e Salvatore Iaconesi.

È la sensibilità umana per il dolore e il piacere che differenzia la natura umana da una macchina evoluta di intelligenza artificiale?

Ma in quale “spazio” si sviluppa lo stesso “sentire”, l’intelligenza sensibile dell’essere umano? Non risulta forse da un processo di apprendimento, che è in sé stesso un processo di coevoluzione, di interdipendenza reciproca della natura umana dalla mediazione tecnica che la pratica umana esercita nella e con natura?

Il “lavoro” artistico di Silvia Margaria – che sta dietro alla sua proiezione “tecnica” – non ha forse svolto proprio questa funzione? Quella cioè di “mettere in gioco” quella sensibilità, quell’interesse negli altri e per gli altri, consentendo così di condividere immaginazioni diverse, plurali tra i partecipanti, e con ciò anche di farne emergere nuove possibilità.

(4, continua)

Video appartenente alla cena: