La svolta neolitica: modi di stare insieme, l’organizzazione

Siamo ancora lì, alla svolta neolitica? Sì, secondo Giovanni Leghissa, sì, nel nostro modo di stare insieme. Le modalità che governano le istituzioni della nostra vita sociale, come la famiglia, il partito, l’esercito, la chiesa o l’azienda, derivano ancora da quell’evento storico.

Quattro gli elementi che, a partire dalla svolta neolitica, fanno sistema, creano cioè vincoli organizzativi e definiscono l’organizzazione gerarchica (violenta) della nostra società urbana:

1.  La guerra, la modalità di risoluzione violenta dei conflitti;
2.  La subordinazione delle donne, la loro inferiorità e pericolosità;
3.  Le credenze in grandi sistemi religiosi, le visioni di un ordine del mondo;
4.  La dieta carnea, la scissione tra mondo umano e mondo animale.

Quattro elementi che tracciano i confini, il dentro e il fuori, l’amico e il nemico, di ogni società e, in genere, definiscono le modalità di gestione della nostra appartenenza a un’organizzazione sociale, a tutti i livelli: la fedeltà, la defezione o la protesta; tutte opzioni che hanno un costo.

La tesi di Giovanni Leghissa è che, anche nella modernità, i vincoli organizzativi di appartenenze sono forti, e dipendono dall’organizzazione in quanto tale, da vincoli strutturalmente simili, finalizzati a risolvere i problemi gestionali che la realtà dell’organizzazione comporta: la risorsa (scarsa) del tempo, dell’informazione, dei ruoli gerarchici (il leader, il decisore), e le regole che rendono possibili la vita organizzativa stessa.

Lo scopo di ogni organizzazione è quello di autoriprodursi, la sua necessità di conservarsi e, al tempo stesso, di adattarsi al sorgere di nuove circostanze, altrimenti ne va della sua sopravvivenza. Ma la sua inerzia costitutiva spiega perché il cambiamento, all’interno dei nostri sistemi di convivenza, sia così difficile.

(2, continua)

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