L’educazione diffusa: rompere il dispositivo disciplinare pedagogico

Il dispositivo disciplinare della scuola è, per Giuseppe Dambrosio, da smantellare. Così com’è, nella sua struttura materiale, monolitica, chiusa nella sua spazialità, ricalca la struttura lineare e gerarchica della fabbrica fordista.

L’educazione diffusa – una proposta pedagogica di Paolo Mottana e Giuseppe Campagnoli (vedere Cena 49° – Una gaia educazione per salvarsi la vita con Paolo Mottana) – rappresenta un’inversione radicale di prospettiva sulla formazione in età scolastica: è la società estesa, e non l’edificio scolastico, l’ambiente adatto per l’apprendimento. È un apprendimento in prevalenza basato sull’esperienza che trova compimento il più possibile nella realtà del mondo e non nell’artificio dell’aula scolastica, e apre a una dimensione ecologica, all’esperienza ambientale, di incontro materiale con la natura attraverso la corporeità stessa (corpo-territorio).

È una prospettiva di dislocazione dell’esperienza educativa, un “porta fuori”, che è al tempo stesso un “portare all’esterno” ciò che sta “dentro” al soggetto in formazione e un “portare altrove”, la sua messa in contatto con la realtà del mondo, sottratta all’invasività del tempo-schermo, alla sua duplicazione virtuale. E a partire da qui avviare anche una seria riflessione sull’uso delle nuove tecnologie.

(7, continua)

Video appartenente alla cena: