Memorie digitali: nostalgia del passato e perdita dell’idea di futuro?

In questa era digitale, la creazione, in quantità così elevata, di dispositivi di registrazione, di accumulo di memoria collettiva, cosa può significare? È il tentativo della nostra società di preservare sé stessa, prima dell’imminente catastrofe della sua fine? Un tentativo non meno fragile dei supporti materiali cui si affida?

È il segno di una perdita di un’idea di futuro? Di una società la cui condanna è quella di guardarsi solo più indietro, schiava della nostalgia per il passato?

Forse, invece, l’unica previsione che ci resta è quella di una versione futura dell’essere umano in grado di trascendere sé stesso, di realizzare le sue potenzialità, ma solo a condizione di somigliare all’intelligenza artificiale – alle macchine intelligenti –  della cui progettazione oggi è l’artefice, ancora.

(6, fine)

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