In arrivo / Cena Nº2 - Lunedì 22 Luglio 2013

Identità, liquida vs. solida

con Anna Delfina Arcostanzo

Il tema della serata, su proposta di Roberta, è il tema dell’identità, che, sulla scia di Zygmunt Bauman[i], è qualificabile oggi come identità liquida. Identità come problema. Come definirlo?

Nella società moderna, anzi postmoderna, investita dalla globalizzazione, l’identità e la vita quo­tidiano riflettono la perdita di punti di riferimento stabili che erano i sistemi di appartenenza, d’inclusione (genere, nascita, ceto, classe sociale) definiti dalla società, principalmente garantiti dal sistema pro­duttivo e la sua conseguente divisione del la­voro, e da un’appartenenza di classe riconoscibile.

L’individuo è ora incluso in un processo di fluidificazione della società globale, che si riflette nella costruzione quotidiana della sua identità.

Sullo sfondo, dunque, della spinta della globalizzazione, della perdita quindi di una sovranità po­litica territoriale e di un sistema di produzione stabile, viene meno per gli individui la possibilità di accedere ad una collocazione gerarchica tradizionale nella società. E ciò finisce per ridefinire i tratti principali della loro vita quotidiana,

È una trasformazione antropologica dell’identità umana quella che si delinea con la perdita di quelle strutture sociali e ideologiche e comunicative, che definivano un tempo l’accesso dell’individuo nella società, e la sua posizione nel mondo?

Forse, siamo impegnati nel trasformare un problema in un compito: ridefinire la costruzione quotidiana della nostra identità, nel «qui e ora» delle nostre vite. L’antropologia, secondo Anna Delfina Arcostanzo, può, al riguardo, fornire qualche aiuto.

[i] http://it.wikipedia.org/wiki/Zygmunt_Bauman

1. Identità, qui e ora

L’identità liquida (nel senso di Zygmunt Bauman) come problema. Un problema, almeno, per i giovani presenti attorno alla tavola.

Non più l’identità come qualcosa di sostanziale, di pieno, di solido un tempo percepi­bile come “naturale”, predeterminato e non negoziabile; ma l’identità come qualcosa di fluido che dipende da una mol­teplicità di intrecci sociali, di forme di comuni­cazione simultanee, giocate sul “qui e ora”, precarie, che creano contesti di appartenenza com­plessi.

La fine di questa identità è forse l’esito di quale trasformazione della pratica sociale nella formazione del “divenire adulto” nella nostra società?

 (Fine)