In arrivo / Cena Nº11 - Giovedì 22 maggio 2014

Scambio di sguardi sull’altro – Performance/Video di Valentina Roselli

con Marco Scarcella, Valentina Roselli

Scambio di sguardi sull’altro – con Valentina Roselli e Marco Scarcella

Il tema dell’altro o degli altri, ritorna. Più spesso eluso, almeno quanto se ne dichiara l’importanza in relazione al tema dell’identità di sé. È il momento di parlarne.

Il ripiegamento, a ritroso, su noi stessi è uno strumento sufficiente ad affrontare la difficoltà di vivere? 
È possibile una percezione dell’identità di noi stessi aperta a un senso più ampio del contesto? Una visione più positiva della nostra dipendenza dagli altri, della nostra appartenenza alla vita sociale? È possibile definire in modo più attivo il nostro posto nel mondo? 
Se poi il mondo così com’è non va bene, cosa può significare andare alla radice del nostro essere vivi, della nostra voglia di vivere? 
Essere donna o uomo che differenza è?

È possibile inventare nuove storie improntate a una maggiore soddisfazione della vita e a una maggiore comprensione del mondo per essere un po’ più felici?

A che cosa rivolgersi per ottenere questo esito? All’arte, alla spiritualità, qualunque cosa ciò possa significare?

Ad aiutarci in questa impresa saranno Valentina Roselli [http://www.pizzadigitale.it/main/padiglione-crepaccio-at-yoox-com-interviews-valentina-rosselli/] e Marco Scarcella.

1. L’incontro mancato…

Valentina Roselli, la cui ricerca artistica è interessata principalmente a forme di esotismo e percezione dello stesso, dall’aspetto più pop, mediatico-televisivo (ad esempio Adriano Celentano, Yuppi Du) , a quelli di studio antropologico, legati al cinema, ci ha parlato della difficoltà di una messa a fuoco dello sguardo sull’altro.

Dice della necessità di tener conto del proprio sguardo «da turista», dell’«ingenuità» ma anche della «violenza» che segna l’incontro con l’altro, un incontro che si gioca sugli stereotipi culturali reciproci, a rischio sempre di tradimento, di malinteso, e che più spesso si risolve in un incontro mancato. E ciò accade soprattutto quando è, o è stato, segnato dall’atroce eredità colonialista dell’Occidente.

Ma qualcosa, nell’incontro, succede sempre. E ci dice che l’alterità, la diversità dell’altro come altro da sé stessi, è da preservare.

(1, continua)

2. L’invenzione dell’altro… in rete

L’impatto con l’altro ci interroga. Non tanto, o non solo, perché il senso dell’altro, individuale o collettivo, è per definizione il suo essere “diverso” da noi, e ci sollecita alla comprensione della sua diversità, culturale, sociale e storica; ma perché l’altro, a sua volta, ci mette di fronte al senso, che è l’altro a elaborare, del nostro essere altro per lui. Un’alterità reciproca, un’identità relativa: nell’incontro l’immagine di sé si fa relativa allo sguardo, alla prospettiva dell’altro. Insomma, l’immagine di sé o dell’altro, da qualunque parte venga elaborata, è sempre un’invenzione.

Il senso che l’altro offre o rifiuta dell’identità, di cui ognuno è portatore nell’incontro, viene ad alterare la percezione di sé. L’identità di sé si sfoca, non possiede più contorni netti e definiti, si fa riflessiva, si apre a possibilità molteplici, in un gioco reciproco di sovrapposizione e di scarto, e anche di errore, del senso dell’essere altro – che oggi poi si riverbera e si moltiplica a dismisura proprio attraverso l’immagine elettronica della rete.

Di questa ricerca, che fa appello a ironia e onestà, Valentina Roselli ne ha fatto un progetto artistico.

(2, continua)

3. Per un’estetica di sé e degli altri

L’identità individuale si costruisce nel tempo in interazione con gli altri. In questo processo la percezione di sé, proprio perché orientata verso gli altri, è soggetta a una continua trasformazione, la sua unica stabilità possibile è la metamorfosi.

Un gioco a rischio. L’elemento di base, su cui si gioca l’interazione sociale, è infatti la fiducia reciproca, e perciò stesso la comunicazione tra sé e l’altro è sempre a rischio quindi di inganno, e di falsificazione. A svelarci questo gioco riflesso di immagini di sé, oggi, è lo stesso mondo virtuale in rete, di cui un precursore fu Second Life.

(3, fine)

4. Postilla – Immagini di donne a confronto

Sguardi incrociati su immagine di donne che stanno altrove, ma forse non proprio così “fuori “da noi stessi.

Davvero l’immagine di noi stessi che l’altro ci restituisce e noi all’altro la sua ci appartiene meno di quella che ognuno elabora in proprio? Non sono entrambe una costruzione culturale del contesto sociale in cui viviamo?

L’esperienza dell’altrove di Valentina Roselli ci mostra che il come l’altro vede noi o noi siamo visti dall’altro contiene più informazioni su noi stessi di quanto ne siamo consapevoli, proprio perché ci svela ciò che di noi stessi diamo per scontato.

NotaVirdzina (Virgina) è un fenomeno che era presente fino a vent’anni fa in un’area della ex-Jugoslavia tra montagne aspre e inospitali, dove di notte si sentono i lupi e il freddo paralizza. Una terra in cui una famiglia, senza discendenza maschile, destina l’ultima nata femmina, al sacrificio del suo sesso, della sua identità. Non la si sopprime, perché due braccia servono e un uomo alla morte del padre, deve portare avanti la casa. La neonata diventa maschio.

(4, fine)