“Contro” lo smartphone: il suo utilizzo, la normativa e i social – Parte 2a

È davvero impossibile, per chi ne fa uso, fare a meno dello smartphone? Per la generazione che è cresciuta insieme allo smartphone, ma più esattamente “dentro” la sua “utilità” principale, quella del contatto sociale, dei social media, “dire di no” al suo utilizzo sembra davvero difficile. La dipendenza dalla realtà virtuale dei social è davvero un problema. È un problema di riappropriazione. La riappropriazione di “una dimensione di realtà” delle cose, alternativa alla realtà virtuale, che però non appare così desiderabile come la sua simulazione.

Questo dilemma, una drastica alternativa alla Matrix, è un dilemma tipico solo della gioventù? Di certo, la sovrapposizione di spazi e tempi altri “dentro” la vita quotidiana è un problema relativo alla comunicazione al tempo dello smartphone – un delirio comunicativo alla Whatsapp.

Per Juan Carlo De Martin, lo smartphone – un oggetto versatile, è un computer che è in grado di fare qualunque cosa si riesca a tradurre in un programma – è, dal punto di vista dei tempi sociali, un oggetto recente. È una tecnologia che, come ogni altra tecnologia della comunicazione, richiede un certo tempo, tipicamente una generazione, affinché si sviluppino norme di comportamento sociale condivise, per imparare a gestirne l’utilizzo.

Siamo ancora nella fase della sua “umanizzazione”, e ciò equivale a promuovere, attraverso un ampio dibattito democratico, pubblico, un consenso sociale sul suo utilizzo individuale e collettivo.

(6, continua)

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