Dall’incertezza della valorizzazione capitalista alla precarietà lavorativa

Qual è l’impatto dell’applicazione delle scienze dell’incertezza – una modellistica matematica – ai problemi del mondo reale, come nella finanza e nell’economia? È davvero possibile credere che esistano strumenti in grado di misurare l’incertezza, il caos del mondo?

Dalla rivoluzione industriale, la capacità di prevedere gli eventi rilevanti della società, la cui connessione è diventata più complicata, è quasi ridicola. Un evento come un’epidemia o una guerra, il cui accadere, per quanto appartenga alla storia umana, tende in genere a essere escluso dal campo delle normali aspettative, presenta però un impatto enorme sulla nostra vita comune. Sembra davvero che non sappiamo che farcene della nostra cecità al caso.

Non proprio, però. Nel sistema di produzione capitalistico – come “sistema del denaro” – la valorizzazione  (l’incremento di capitale) si realizza soltanto attraverso lo scambio per cui la coincidenza tra produzione e consumo è l’esito di un processo a “rischio”. Non è data a priori.

Ma oggi il funzionamento del “gioco”, dall’esito incerto, in cui domanda e offerta si incontrano – ovvero la riproduzione sociale in forma capitalistica – si perfeziona attraverso l’impiego di tecniche di controllo della vita individuale, dell’individuo come consumatore. E, in ultimo, la “riduzione del rischio” (d’impresa) finisce per scaricarsi sulla precarietà della vita lavorativa.

(3, continua)

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