Far dialogare (e al plurale) concetti e realtà

Viviamo nel tempo dell’incertezza. Una cosa è viverne l’esperienza individuale, altra è dotarsi di strumenti culturali per affrontarne la comprensione, capaci di tenere insieme la pluralità di cambiamenti che investono la sfera delle nostre vite. E di far dialogare i domini dell’esperienza individuale e sociale, come quello della sfera economica e quello della politica, con la realtà stessa del loro cambiamento.

Nell’età dell’incertezza sta emergendo già una base alternativa al sistema capitalistico di produzione delle nostre vite?

Al riguardo, è necessario un di più di riflessione. Che, per trasformare l’esperienza individuale in cambiamento, deve poter diventare patrimonio culturale.

Nota: La parte iniziale del video della cena è mancante. È stata compromessa dall’instabilità del sistema di registrazione. Per avere un’idea di ciò che è stato detto: Maria Grazia Turri, Gli dei del capitalismo. Teologia economica nell’età dell’incertezza (2014).

Dal risvolto di copertina: «L’attuale crisi, che è soprattutto culturale, ha messo in luce quanto siano ormai inadeguate e inattuali molte delle idee che hanno presidiato negli ultimi cento anni l’ambito economico e che hanno contribuito a spezzare il complesso filo delle relazioni che legano l’economia alla politica. L’economia ambisce a dare a tutti gli abitanti del pianeta un orizzonte di senso, proprio come la religione, e come la religione si fonda su un insieme di credenze che vorrebbero mantenere unita la collettività e che gravitano intorno a un pantheon di miti e di simboli: il “mercato”, il “denaro”, la “libertà”, la “razionalità” e la “felicità”. Se queste credenze non vengono decostruite e sfaldate non si aprono margini per pratiche economiche generalizzate che rispondano a logiche diverse da quelle in atto. Sono il “debito” e la “comunità” le dimensioni che possono ricostruire un tessuto sociale e individuale fortemente frantumato».

(1, continua)

Video appartenente alla cena: