L’essere umano, “elemento sfuggente” alla normazione del potere disciplinare

È il principio di “normalità”, e la sua gestione medico-psichiatrica, il tramite principale della trasformazione del potere sociale in potere disciplinare. La necessità di rendere il corpo (e la mente) dell’individuo sempre più funzionale alla misura dell’efficienza del sistema di produzione capitalistico è ciò che governa l’amministrazione della vita, e il suo perfezionamento tecnologico.

Un corpo tecnologico, dunque, la cui “ombra” è oggi il corpo del deviante e del mutante, cioè di colui che non è assimilabile o non è più potenzialmente funzionale alla sua messa a valore produttiva. E l’”esame? –clinico o scolastico –  è, per Giuseppe Dambrosio, il dispositivo per eccellenza per definire il livello di normalizzazione , e omologazione sociale, delle potenzialità di cui l’individuo è ritenuto portatore.

È possibile riappropriarsi di una corporeità non asservita alla macchina dell’efficienza? L’essere umano, per la sua complessità, non forse è invece un “elemento sfuggente” a qualsiasi suo adattamento disciplinare?

(3, continua)

Video appartenente alla cena: