L’obbedienza sociale: tra algoritmi del desiderio e rivolta

È possibile pensare oggi l’«obbedienza sociale» senza un’indagine sulla tecnologia degli algoritmi, che governa la nostra vita in rete e da lì la nostra stessa vita quotidiana?

Il governo dell’algoritmo (algocrazia) che fa così presa sulle nostre vite è davvero un potere invisibile che mette a valore il nostro desiderio, per renderlo cioè ancora più funzionale al sistema capitalistico di mercato?

Qual è il nostro stile di obbedienza? In che consiste la nostra soddisfazione?
La risposta a questa domanda ha a che fare con la dinamica emozionale che regola la convivenza nella nostra società. E forse potrebbe spiegare perché oggi sia così difficile la rivolta, la possibilità di riconoscersi in un progetto comune di “disobbedienza” al dominio che minaccia la convivenza stessa, il modo di incontrarci con il vivente, umano e non umano.

E al riguardo il «gioco di pensiero» – riferito da Francesco Gallino –  di Michel de Montaigne, a metà ‘500, sulla nostra società Occidentale è rivelatore.

(2, continua)

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