La digitalizzazione: omologazione o multi-espressività delle vite

Il 9 gennaio 2007, una data significativa: l’annuncio commerciale del primo modello di iPhone, uno smartphone la cui diffusione con lo sviluppo della rete Wi-Fi ha modificato l’accesso al mondo digitale di Internet. Non più da una postazione fissa in discontinuità ma in sincronia, in ibridazione con il mondo reale.

Quale processo di trasformazione, da allora, si è prodotte nella nostra vita quotidiana? Per Davide Sisto, una conseguenza significativa è stata quella di rendere plastica la crisi – già emersa nel ‘900 nell’ambito della letteratura, della filosofia e delle scienze umane, in particolare in antropologia – del concetto di “identità soggettiva forte”.

La digitalizzazione delle vite ha permesso di «dare corpo», come pratica quotidiana, alla sperimentazione di una identità multipla, di una molteplice espressività dell’esperienza soggettiva degli individui. Una pratica, che si sviluppa attraverso la rete – nell’area della messaggistica, dei blog, dei social media – e che presenta non poche difficoltà di gestione nella vita personale.

È ancora sostenibile la tesi di una dominante “omologazione”, soprattutto nei social media, da Instagram a TikTok, a stili, a registri linguistici della comunicazione globale? O la vita on-line offre una pratica di multi-espressività creativa, aperta a nuove esperienze comunitarie, tale da mutare il senso stesso della parola “autenticità” che si è soliti attribuire alla vita off-line? E con la registrazione on-line, la permanenza digitale delle nostre vite a quale situazione esistenziale si apre?

(2, continua)

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