Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita

Siamo forse ancora persuasi che il lavoro è ciò che ci definisce, che sia il fondamento della nostra dignità di esseri umani, una fonte di emancipazione e di investimento di energia personale. E allora perché, soprattutto dopo la pandemia, la disaffezione al lavoro è diventata così esplicita, al punto da essere un fenomeno per molti versi planetario, che investe il mondo occidentale, e non solo, ma anche l’India e la Cina?

Il tema del lavoro è spesso un tema respingente. Perché parlare di lavoro significa più spesso parlare di sfruttamento, di condizioni lavorative precarie, e in molti sensi, oltre che in termini di durata occupazionale, anche di precarietà legata alla sicurezza – gli incidenti e le morti sul lavoro – e significa parlare di lavoro povero che rende precaria la vita intera. In questa realtà del mondo del lavoro, e nelle sue storie, c’è un tale ammasso di dolore, un tale concentrato di disuguaglianza e di ingiustizia, che diventa difficile analizzare i processi che regolano oggi in profondità l’esperienza lavorativa.

In questi ultimi anni abbiamo avuto diverse occasioni per chiederci se la vita che stiamo vivendo è quella che davvero vogliamo vivere. Per molti, in relazione alle condizioni di lavoro, la risposta è stata no. Allora, per andare in profondità nella comprensione di questa crescente indisponibilità al lavoro occorre domandarci entro quale contesto lavorativo questo fenomeno si verifica. E accorgerci così che la narrazione sulla dignità del lavoro è sempre di più una narrazione insostenibile di fronte all’impossibilità di sottostare a regole tossiche e vessatorie imposte in numerosi contesti lavorativi.

Insieme a Francesca Coin * proveremo a comprender quale ribaltamento di prospettiva nel discorso sul lavoro rappresenta il fenomeno planetario delle grandi dimissioni.

* Francesca Coin, sociologa, si occupa di lavoro e diseguaglianze sociali. Ha un dottorato di ricerca in Sociologia presso la Georgia State University, negli Stati Uniti. Fino a settembre 2022 ha lavorato come professoressa associata nel dipartimento di Sociologia dell’università di Lancaster, nel Regno Unito. Ora insegna nel Centro di competenze lavoro welfare società del dipartimento di Economia aziendale sanità e sociale (Deass) della Supsi, in Svizzera. Scrive su «Internazionale» e «L’Essenziale». Per Einaudi ha pubblicato Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita (2023).